Tregua di Natale sul fronte Occidentale

 Un sorprendente atto di condivisione da parte di fronti bellici ostili, ma poco ricordato dalle fonti, almeno rispetto a quanto di tragico la Grande Guerra ha lasciato in eredità ai posteri. Così ci appare, a un secolo da quei fatti, la serie di "cessate il fuoco" non ufficiali avvenuta a Natale e dintorni del 1914, che ha coinvolto le milizie tedesche e britanniche contrapposte sul fronte occidentale. Il tutto nasce nel settore delle Fiandre, da una spontanea iniziativa dei reparti dell'Alleanza, estesa in un secondo momento alle truppe francesi, e da una naturale propensione umana alla fraternità, che non si arresta nemmeno di fronte all'odore del sangue: trincee addobbate, canzoni natalizie, scambio reciproco di doni e auguri, cerimonie di sepoltura dei caduti e perfino incontri di calcio improvvisati.

In alcune zone del fronte la tregua si protrae fino a capodanno, nonostante il comprensibile parere discorde degli alti comandi, senza mai assumere una fisionomia organizzata. Il risalto che è dato dai vari organi di stampa a uno dei manifesti più alti di civiltà cambia da stato a stato, e se nel Regno Unito le testate più influenti del Daily Mirror e del Times si danno a una sorta di autocensura per garantire massimo riserbo, continuità e libertà a questo genere di atti, per contro i media tedeschi esplodono feroci critiche ai danni del loro contingente per la condotta bonaria e caritatevole. Dall'8 gennaio 1915 inizia a circolare la prima documentazione fotografica di tali episodi.

 

Testimonianze che vanno scemando nei periodi natalizi del conflitto a seguire, e che negli odierni manuali di storia sono merce rara:

  « La même communauté de souffrance rapproche les cœurs, fait fondre les haines, naître la sympathie entre gens indifférents et même adversaires. Ceux qui nient cela n’entendent rien à la psychologie humaine. Français et Allemands se regardèrent, virent qu’ils étaient des hommes tous pareils. Ils se sourirent, des propos s’échangèrent, des mains se tendirent et s’étreignirent, on se partagea le tabac, un quart de jus ou de pinard. […] Qui sait ! Peut-être un jour sur ce coin de l’Artois on élèvera un monument pour commémorer cet élan de fraternité entre des hommes qui avaient l’horreur de la guerre et qu’on obligeait à s’entre-tuer malgré leur volonté.”   

Dal manoscrito del Louis Barthas, soldato francese che fraternizzò col "nemico" a  Neuville Saint Vaast, Arras.

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