Le ultime dal fronte

Fare cronaca al fronte: il giornalismo sui campi di battaglia della Grande Guerra.

Non sono solitamente ricordati per l'obiettività, ma i report della carta stampata sui fatti della Prima Guerra Mondiale sono indubbiamente un esempio di partecipazione alla vita della nazione al pari delle gesta belliche.

In questo caso attraverso l'inchiostro. La stampa del tempo risente infatti del vento politico di casa, sia sulla politica interna che per quella estera, con i ministri Salandra e Sonnino che soffiano forte in direzione dell'intervento in guerra. Senza dimenticare gli intellettuali, D'Annunzio in testa, a favore di un ingresso senza alternative. Questo, a fronte di un'opinione pubblica schierata in maggioranza a protezione del neutralismo.

Quindi, una volta entrata in guerra l'Italia, rimane la difesa della linea interventista, persino ad oltranza. Non a caso anche un giovane Benito Mussolini intuisce le potenzialità della carta stampata per far credere al popolo italiano la necessità di una guerra contro gli imperi centrali. Tra i motivi utilizzati a sostegno della tesi viene portata la questione tanto cara delle terre irredente di Trento e di Trieste. Su questi presupposti appare perciò scontato l'utilizzo della censura, che nella pratica si concretizza in lunghe colonne bianche. Un caso emblematico di evento ricostruito ad hoc per lenire i mal di pancia dell'opinione è la disfatta di Caporetto. Riportata in maniera confusa e senza entrare nel merito delle gravi perdite effettive dell'esercito italiano. Il "fenomeno" del giornalismo nella Grande Guerra è rappresentato sia da centinaia di firme di cronisti "arruolati" per quotidiani e riviste, nazionali e locali. Alcuni sono corrispondenti o collaboratori per più testate. Alcuni caduti e divenuti eroi, al pari dei soldati. Nonostante la realtà palesemente di parte, i giornali in tempo di guerra aumentano la tiratura. Figure notoriamente interveniste, immortalate nei panni di reporter al fronte, sono tra gli altri il futurista Filippo Marinetti. Fondatore dell'avanguardia e già sostenitore "sul campo" della Guerra in Cirenaica nel 1913.

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