Fotoreporter in guerra: gli albori in Crimea

Le prime impressioni fotografiche dai fronti di guerra.

Pioniere di un settore mediatico, utile come nessun altro prima d'allora (neanche la stampa) a documentare la realtà dei teatri degli scontri, è il fotoreporter inglese Roger Fenton, fra i primi a testare l'invenzione della fotografia in contesti "non ordinari".

L'occasione prestigiosa capita a Fenton all'esordio del 1855, direttamente dal governo inglese, disposto a finanziare il fotografo che all'epoca della chiamata lavora alla Royal Photographic Society. La Corona inglese, nel frattempo, dall'inizio della Guerra di Crimea (1853-1856) ha già fatto due tentativi per provare ad avviare una missione fotografica nella penisola e documentare gli scenari della campagna. Impresa più facile a dirsi che a farsi: nel primo caso infatti la sorte le rema letteralmente contro, con il naufragio della nave dell'equipe incaricata che trasporta il materiale; nel secondo vengono istruiti direttamente gli ufficiali, ma la tecnica non è come le gesta di guerra e non s'improvvisa.

E allora ecco la grande occasione di Fenton, che si offre volontario per la sua società, ottenendo il sostentamento economico, oltre che della Corona inglese, anche di un editore di libri illustrati di attualità. A febbraio s'imbarca a bordo della nave Hecla, con un carro fotografico, un cuoco e un assistente. La sua "missione speciale" si concentra fra marzo e giugno del "55, dove il fotoreporter opera in veste di fotografo ufficiale del governo inglese, in condizioni difficili, captando una gran varietà di paesaggi, ma anche devastazione, che immortala in più di 300 impressioni.

A Fenton si riconosce l'indubbio merito di aver saputo coniugare l'impegno artistico con la dura realtà del conflitto. Naturalmente, non senza rimanere imparziale nella proposta di alcune situazioni, create chiaramente per mettere in luce positiva la linea politica inglese. Va da sè che la maggior parte delle istantanee privilegino momenti precedenti o conseguenti le fasi di guerra, considerato il peso della macchina fotografica e del materiale, oltre alla tecnica ancora al minimo delle sue possibilità di sviluppo. Alla fine di giugno Fenton viene colpito dall'epidemia di colera. Il flagello inatteso che lo costringe a rientrare in patria per curarsi. Un imprevisto che gli impedì di immortalare il culmine dell'assedio di Sebastopoli, ormai alle porte. Scatti che lo avrebbero reso ancora più grande di quanto non sia stato comunque stato omaggiato, ma solo dopo la morte, avvenuta all'ombra della popolarità. Il suo talento e il suo occhio acuto, come spesso accade, sono stati infatti rivalutati molti anni dopo. 

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