Imponente operazione di recupero ordigni
Il ghiacciaio più esteso d'Italia si sta ritirando ed emergono nuovi ordigni risalenti alla Grande Guerra.
Sempre più frequentemente emergono reperti ed ordigni risalenti al Primo conflitto mondiale a causa del cambiamento climatico:
"Purtroppo, è una realtà ormai assodata, anche i ghiacci dell’Adamello «piangono», letteralmente e non solo metaforicamente. Sulla base delle simulazioni effettuate dall’Università di Brescia, attualizzate al 2050 e al 2090 utilizzando una complessa serie di dati storici ed altri costantemente aggiornati, in base agli scenari climatici risultanti si prevede una perdita di massa di ghiacci non compatibile con la “sopravvivenza” del ghiacciaio nel lungo periodo. Non è quindi inverosimile che alla fine del secolo in corso, del ghiacciaio rimangano piccole placche arroccate sui versanti più elevati ed ombreggiate del massiccio dell’Adamello» scrivono gli esperti e dai dati rilevati dal Servizio Glaciologico Lombardo la cosa sarebbe davvero preoccupante.
Visto lo scongelamento di numerosi ordigni bellici, nei giorni scorsi, gli specialisti del secondo reggimento genio guastatori della Brigata Alpina “Julia” hanno portato a termine un' imponente operazione di ricerca, stoccaggio e trasporto a valle di oltre 200 ordigni e reperti storici con l'aiuto dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, di volontari del Soccorso Alpino e della Croce Rossa militare, con il supporto del Nucleo Elicotteri della Provincia di Trento e dalla Commissione storico-culturale della Sat.
L'operazione è stata coordinata dal Commissariato del Governo per la Provincia di Trento, oltre 200 gli ordigni raccolti e trasferiti a valle per il successivo brillamento. Tra i rottami delle baracche italiane sono stati ritrovati numerosi reperti di interesse storico, fra cui, intatto, un fregio del 4° Reggimento Alpini.
Ricordiamo un altro recente ritrovamento sul Gran Zebrù sempre dovuto allo scioglimento dei ghiacci: