Si inizia sempre da un piccolo ritrovamento
Un gavettino, quattro scatolette alimentari e un fondello di un 105 mm perforante.
di Andrea Gianesini
il piccolo bottino di un sabato pomeriggio di fine estate fatto sull’altipiano di Vezzena. Poco materiale ritenuto “degno” di restauro una volta a casa recuperato sulle linee italiane di partenza della Brigata Treviso direzione Basson, linea che appena un mese dopo l’inizio delle ostilità contro l’Austria-Ungheria infrangendosi sulla fronte nemica lamentando numerose perdite.
Il bottino è stato messo a mollo nell’acido ossalico per far rivivere i colori di un tempo, scoprirne nuove grafiche mancanti in collezione e sperare in qualche personalizzazione o un'eventuale firma nominale sul gavettino, che all'epoca era una pratica comune per identificare un oggetto come proprio.
Accade che un nome c’è! Anzi sembra ripetuto più volte almeno tre. Tramite uso di paglietta, spazzolino e il famoso Svitol si agisce sulla zona delle firme oltre che pulire l’intero corpo del gavettino dandogli una nuova vita bloccata dalla lunga permanenza sottoterra. Interpretando il tratto a volte incerto sul gavettino e aiutandosi confrontando le incisioni si scopre il nome del suo precedente proprietario: Cazzaniga Luigi.... Oltre questo non si intravede null’altro....
Una ricerca per cognome (consiglio la lettura di questo articolo di Domenico Calesso per la ricerca di un combattente della Grande Guerra, clicca qui) risulta che è particolarmente diffuso in Lombardia. Ho provato a cercare tale Cazzaniga Luigi sul sito di Onor Caduti. Diversi gli omonimi presenti sulle liste dei caduti in guerra, per ovvietà sono riportati grado, data di nascita e reggimento d’appartenenza del milite deceduto.
Spulciandone i vari mi cade l’occhio su un Luigi classe 1886 soldato del 115° Reggimento fanteria rimasto ucciso per le ferite riportate in combattimento l’anno successivo sul Carso. Un indizio che ha dato spazio alla mia fantasia come quella di ogni recuperante: associare un pezzo ad un volto, ad una persona e dargli un giusto collocamento nella storia di quel periodo.
Chiaramente questa non è una prova, chissà quanti altri omonimi invece sono riusciti a scampare alla morte che sono stati feriti e poi congedati oppure caduti prigionieri del nemico. Un ulteriore passo da fare e che tenterò di fare è quello di cercare il foglio matricolare di questo Luigi, capire quando è stato arruolato; fosse stato immediatamente gettato nella mischia della guerra, e quindi presente in loco del ritrovamento, getterebbe già un secondo indizio alla mia ricerca e obbiettivo di affiancare il pezzo al nome di un soldato. Eventualmente provare a capire quanti di loro presentavano omonimie e in tal caso si andrà a percentuale, ma tempo al tempo.
Fonti: sito di Onor Caduti e FrontedelPiave.