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Il Veneto approva la legge sui fucilati della Grande Guerra: una svolta per la memoria storica

Venezia, 23 settembre 2025 – Con 35 voti favorevoli e solo 4 contrari, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il progetto di legge n. 89, intitolato “Disposizioni per la ricerca storica sulle fucilazioni e la commemorazione dei fucilati durante la Prima Guerra Mondiale nel territorio della Regione Veneto”.

Firmatario principale è il presidente dell’Assemblea Roberto Ciambetti, con il consigliere Marzio Favero come relatore e Vanessa Camani in qualità di correlatrice per il Partito Democratico.
Questa legge ha lo scopo di far emergere ciò che per anni è rimasto oscurato: le vicende dei militari che subirono decimazioni o esecuzioni sommarie all’interno dell’esercito italiano nel corso della guerra 1915-1918, specialmente nel territorio veneto.

Un'esecuzione dell'esercito francese a Verdun.

 

In concreto, il testo normativo istituisce:

- iniziative di ricerca storica per documentare le fucilazioni avvenute nel Veneto,
- la commemorazione ufficiale dei militari fucilati,
- l’istituzione di una Giornata regionale dedicata al ricordo,
- la creazione di un Albo dei fucilati,
- una Consulta per la ricerca storica che coinvolga esperti, famiglie, archivi locali.


L’approvazione rappresenta un passo significativo nella capacità della memoria collettiva di affrontare la complessità storica. Per troppo tempo, la discussione pubblica sulle fucilazioni della Grande Guerra si è concentrata su pochi casi emblematici – itinerari simbolici che, pur essendo importanti, non restituiscono l’interezza del fenomeno.
Questa legge, invece, riconosce che dietro queste esecuzioni ci sono centinaia di storie individuali, spesso ignorate, vicende di giustizia militare incerta, processi sommari, condanne che meritano di essere riesaminate con rigore storico. È un’apertura verso una memoria più inclusiva, diversificata, meno mitizzata ma anche più vera.

“Sentenza”. Archivio privato Riccardo Carbonera, per gentile concessione.



Proprio in questo momento di rinnovato interesse politico e civile, sta per uscire un libro che può costituire un riferimento indispensabile per chi vuole capire non soltanto i casi famosi, ma la profondità, la varietà e il dolore delle storie dimenticate.

Il volume "Al petto o alla schiena – Tracce di fucilati nella Grande Guerra" (di Silvia Musi, con prefazione di Filippo Cappellano e contributo di Fabio Dal Din) si inserisce come naturale complemento alla nuova legge veneta, perché offre una documentazione robusta: più di 400 casi, ricostruiti attraverso archivi, testimonianze familiari e popolari, con l’occhio attento dell’indagine storica. Il libro non pretende di chiudere una questione aperta, ma di aprirne molte altre, stimolando la riflessione e contribuendo a costruire una memoria storica più completa.


L’approvazione in Veneto è dunque un segnale importante: che la storia non è fatta solamente dai grandi atti memorabili, ma anche da decine, centinaia di storie personali, drammatiche, spesso taciute. Nuove leggi, nuove ricerche, nuovi libri sono gli strumenti con cui possiamo ricomporre quel che è stato diviso o dimenticato. Al petto o alla schiena potrebbe essere non solo una lettura, ma un punto di avvio per tutti coloro che credono che la memoria sia un dovere — non per accusare, ma per riconoscere, capire, rivelare.

Dott. Riccardo Ravizza  - All Rights Reserved

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