24 maggio: il Forte Verena e quel discusso "primo colpo"
Come inevitabile parlando di fatti che riguardano le sorti della nostra patria, si sprecano le disquizioni sull'incipit dell'intervento italiano nella Grande Guerra.
Alla fine anche l'Italia ha voluto dire la sua, ma solo dopo la lunga battaglia diplomatica tra interventisti e neutralisti, a colpi di slogan e proclami sui possibili effetti dell'una o l'altra decisione. E qui si innesta l'altro dilemma storico, che piacerà forse più agli amanti della ricostruzione fedelissima dei fatti. Anche di quelli importanti, ma che è quantomeno complicato stabilire con precisione quando si sono compiuti.
Tra il 23 e il 24 maggio 1915 viene infatti convenzionalmente fissato l'ingresso italiano nel confronto bellico. Ma per gli appassionati dell'argomento non è un dettaglio stabilire con maggiore certezza il momento esatto dell'intervento italiano. Per qualcuno questo inizio sarebbe da ricondurre al pomeriggio del 23 maggio. Quando cioè la motobarca che porta la comunicazione dello stato di guerra al nemico viene bersagliata dalla dogana austriaca di Porto Buso. Mentre il primo colpo fucile è segnalato alle 22.40 dello stesso giorno. Autore è il finanziere Pietro Dall’Acqua, di guardia col collega Costantino Carta al ponte confinario di Brazzano (vicino a Cormons) sul torrente Judrio, contro una pattuglia di genieri nemici, dussuasi così dal tentativo di distruggere l'opera.
Sul versante dell’artiglieria, la prima granata del conflitto mondiale viene avvistata sui cieli dell’Altopiano di Asiago. Il dispositivo viene innescato a Roana, nel vicentino. Più precisamente dal Forte Verena alle 4 di notte del 24 maggio. La memoria storica locale è particolarmente legata a questo luogo, anche perchè neanche un mese dopo, il 12 giugno 1915, il forte viene colpito e distrutto da un proiettile da 305 mm penetrato nella struttura ed esploso al suo interno. E dal 22 maggio 1916 la sua posizione cadrà in mano delle truppe austro-ungariche, nelle quali il forte rimane per il resto della guerra. L'alpino Massimiliano Grendene riporta invece al 23 maggio lo scoppio delle ostilità con l'Austria-Ungheria. In un resoconto diaristico riferisce dello scoppio di due-tre colpi di cannone, percepiti alle 11 di notte. Insomma, un "primo colpo" che ogni reduce riporta personalisticamente secondo la sua esperienza diretta, e che per questo resta un enigma individuare con esattezza.