Il battaglione M. Mercantour si costituisce a Ceva (Cuneo) sulla fine del novembre 1915, con elementi della classe 1896 che formano il comando e la 121a compagnia, che nella giornata del 26 marzo partono per la fronte. Per Moggio, Udinese, Moggio Sottano e Bevorchians, raggiunti il 1° aprile dalla 98a e dalla 116a compagnia precedentemente dislocate sulle posizioni di selletta Cereschiatis - Studena Alta - M. Andri e Ladusset alla dipendenza del "Ceva", proseguono il 23 aprile per Moggio, Bassano e Nove dove passano a far parte della 1a frazione del gruppo E. Nel maggio, all'inizio dell'offensiva nemica, il battaglione è destinato alla difesa degli altopiani. Abbandonato il paese di Nove il 17, per Marostica e Caltrano arriva il giorno seguente a Malga Zolle da dove, avviato a Cimoncello di Toraro, sosta sul costone che da questo scende verso la confluenza dei due rii Barbarena per proteggere il ripiegamento delle truppe che scendono dalle posizioni di M. Campomolon. Il 18 le compagnie 116a e 121a sono spostate verso la vetta del Cimoncello di Toraro in collegamento a sinistra col "Val Natisone"; ivi lavorano al rafforzamento della linea. Il mattino dopo, un intenso fuoco di artiglieria batte trincee e vie di accesso e nel pomeriggio, col favore di fitta nebbia, forti schiere avversarie muovono all'attacco. Quattro volte il tentativo si ripete ma altrettante è reso vano dal fuoco degli alpini del "M. Mercantour" che, contrattaccano più volte alla baionetta, portandosi qualche centinaio di mentri oltre la linea primitiva. Più tardi, però, la situazione s'inverte e, pronunciatasi una forte minaccia di attanagliamento ai fianchi, il battaglione è costretto a ripiegare. Il movimento compiuto a scaglioni avviene ordinatamente, a notte i riparti si riuniscono a Malga Zolle ove li raggiunge l'ordine di trasferimento a Velo d'Astico, mentre la frazione del gruppo E assume la denominazione di 4° gruppo. Giunto a Velo il 22, il "M. Mercantour" sostituisce il giorno seguente il II/210° sulle posizioni del costone nord di valle Orsa e su quelle avanti al Forte Ratti, collegandosi in seguito a sinistra col "Cividale" che è su M. Cimone. Pattuglie di ricognizione vengono spinte verso il nemico. Il 26, per l'aggravarsi della situazione, è affidato al "M. Mercantour" il compito di coprire il ripiegamento delle altre truppe di fondo val d'Astico e si scinde allora in due nuclei. Il primo (compagnia 121a e parte della 116a), che trovasi coinvolto in un violento attacco nemico, mentre alla colletta Tartura sta sostituendo il IX battaglione di finanza, il secondo, che pervenuto nei pressi di Tartura, non potendo oltrepassare il ciglio ove si combatte, sfila a valle della colletta omonima. Riuscito a svincolarsi, il battaglione raggiunge Arsiero ove procede ad un primo riordinamento per poi proseguire per Piangrande e Casale. Presidia nei giorni seguenti la posizione di C. della Forcella e combatte con alterne vicende sulle pendici di M. Cengio ed in val Cenciotta, a fianco dei granatieri e del "M. Matajur". La sera del 3 giugno, profittando di un forte temporale, l'avversario sferra un violento attacco in direzione del cosidetto "Osservatorio" nel punto di congiunzione fra la 98a del battaglione e la 110a del "M. Matajur". Malgrado il fuoco di numerose sezioni mitragliatrici postate a fianco ed a tergo e malgrado la situazione diventi ogni minuto più critica, gli alpini resistono tenacemente ma più tardi minacciati di aggiramento son costretti a gettarsi in un canalone che da M. Cengio scende verso Schiri. Riordinatisi a Piangrande salgono sul costone di S. Zeno che lasciano il 6 quando cioè, rilevati da I/36° e passati alla dipendenza della "Pistoia", raggiungono prima lo sbocco della val Canaglia sopra Cogollo e poscia Prima Barricata. Dopo altre brevi soste nelle trincee di seconda linea a cavallo della rotabile Cogollo - Arsiero ed a Piovene, il 15, il "M. Mercantour" è a Pieve ed a Torrebelvicino, ove si unisce agli altri battaglioni del 4° gruppo che nel frattempo si sono battuti al Priaforà e nel settore M. Vaccaresse - M. Giove. Il 21 riprende la marcia e, parte per via ordinaria, parte in ferrovia, arriva, dopo aver transitato per Schio e Grigno, il 24, a Malga Giogomalo. L'offensiva austriaca è stata intanto arrestata e le nostre truppe muovono alla riscossa. Anche il 4° gruppo procede verso Scoglio del Cane - M. Cucco di Moline, mentre il battaglione segue in riserva. Il successo delle operazioni oltre tale linea, porta il 27 il "M. Mercantour" su M. Fasolo ed il 1° luglio a Cima delle Saette. I suoi riparti vi si trattengono presidiando altresì le pendici nord di M. Palo. Il 21 il battaglione accampa a nord - est di M. Lozze in riserva di gruppo ed il 23 due compagnie si spostano in località Crocetta in rincalzo ai riparti che, il 24, attaccano le posizioni di M. Campigoletti. Il 25, la 98a si porta sulla linea est di M. Cucco di Pozze e le altre compagnie in una busa presso Cresta del Pettine. Gli alpini lavorano al rafforzamento delle posizioni e al riattamento delle strade d'accesso. Passato, il 31, alla dipendenza dell'8° gruppo, il "M. Mercantour" si riunisce il giorno seguente a Malga Fossetta per trascorrervi un periodo di riposo fino all'11 agosto alla quale data si sposta a Busa della Campanella e sulla cima omonima. Invia quindi suoi riparti a cooperare con i battaglioni Clapier e Val d'Ellero fino alla fine del mese successivo, quando, riunitosi nuovamente, va ad occupare la linea Busa dell'Orco - Corno della Segala. Ai primi di ottobre, ricevuto il cambio dal XIV/5° bersaglieri, scende a Malga Fossetta ove è impiegato in lavori. La notte sul 20 novembre sale ancora in linea tra Busa Fonda di Moline e q. 1912 ponendo avamposti sulle falde di M. Campigoletti - M. Ortigara.
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Il "M. Mercantour" trascorre il gennaio a Malga Fossetta ove si è portato il giorno 4, dopo essere stato sostituito dal "Val d'Ellero". I riparti attendono al lavoro di sgombero della neve che nei mesi precedenti è caduta abbondantemente e coadiuvano truppe del genio in lavori su Cima delle Contese. Il 10 febbraio il battaglione si porta in linea sul versante nord - ovest di Cima del Campanaro - Cima della Caldiera fino a Pozza dell'Ortigara e vi rimane fino a tutto il 19 marzo allorchè, rilevato dal "Vestone", va a frazionarsi in baraccamenti nei pressi di q. 1912, a Passo Stretto ed a Baita dell'Aja. Riunitosi raggiunge il giorno seguente Primolano ed il 22 è a S. Eulalia presso Crespano. Il 26 maggio, sale di nuovo sugli altopiani ove i nostri stanno preparando l'offensiva contro le posizioni nemiche dell'Ortigara, sospesa nel 1916 per le condizioni atmosferiche avverse. Per Cismon e Tezze di Valsugana il "M. Mercantour" arriva il 28 a Buca del Wolf nei pressi di Malga Fossetta; il 7 giugno si trasferisce in valle delle Contese e poscia si ammassa nella seconda trincea della linea di resistenza sulle pendici sud orientali di Cima della Caldiera rimanendovi sino al giorno dell'attacco. Il 10 giugno, dopo violento bombardamento, le nostre truppe iniziano l'avanzata verso gli obiettivi assegnati; il battaglione si sposta allora nella linea di vigilanza di Cima della Caldiera. Il primo sbalzo è compiuto dalla 116a compagnia che, lanciatasi attraverso lo sbarramento di fuoco delle mitragliatrici, si porta sulle ripidissime pendici di M. Ortigara seguita prontamente dalle compagnie 98a e 121a. Il giorno seguente, mentre attraverso fitta nebbia, il nemico lancia uragani di proiettili per colpire gli invisibili assalitori, il battaglione riceve ordine di attaccare la q. 2105 unitamente al "Val d'Arroscia" ed al "Sette Comuni". L'azione, preceduta da intenso bombardamento, è condotta energicamente e con entusiasmo, ma, essendo ancora le difese accessorie pressochè intatte, s'infrange ripetutamente contro di esse; solo pochi uomini riescono a penetrare in qualche camminamento nemico. L'attacco viene sospeso ed i nostri sostano rafforzandosi. Il 12 l'artiglieria avversaria, individuata la nuova linea, la batte intensamente infliggendo gravi perdite nei riparti. Il 13 il battaglione si porta sulle linea di vigilanza di Cima della Caldiera, rimanendovi fino alla sera del 18, poscia ricevuto ordine di trasferirsi sulle pendici di M. Ortigara tra le qq. 2101 - 2105 dove si dovrà svolgere un'azione offensiva, si sposta in quella direzione. Per contingenze di combattimento viene a gravitare il 19 verso la sinistra delle truppe del 9° gruppo operanti contro la q. 2105; si divide allora in due parti: la prima, che attacca direttamente insieme ai battaglioni del 9° gruppo la q. 2105 riesce ad affermarvisi e la seconda che rimane alla dipendenza dell'8°, raggiungendo solo a sera il resto del battaglione. Sulla q. 2105 i nostri resistono al bombardamento ed ad un forte contrattacco avversario; il 21 sera il "M. Mercantour", ridotto a pochi uomini, ricevuto il cambio dal "Bassano" va ad accamparsi sul rovescio di q. 1912. Mentre si sta riorganizzando è, però, di nuovo chiamato in linea in seguito ad un attacco verificatosi a Busa della Segala. Portatosi a Busa Fonda di Moline, riceve ordine di trasferirsi a Pozza dell'Ortigara; a notte il comando, la 121a e la 116a, unitamente ad elementi della 98a, giungono in regione Ponari e si dispongono in avamposti prendendo collegamento a destra col "Valtellina" ed a sinistra con lo "Stelvio". Il resto della 98a insieme alle sezioni mitragliatrici spintasi verso Pozza dell'Agnelizza solo nella notte sul 26 si ricongiunge al battaglione. Sotto un intenso bombardamento che produce perdite assai sensibili, il "M. Mercantour" resta in linea fino al 28, ritornando poscia nei pressi di q. 1912. Dal luglio all'ottobre i riparti sono dislocati sul rovescio di Cima delle Saette, o sulle posizioni di q. 1807 - M. Palo, poscia, all'inizio dell'offensiva austriaca si trasferiscono a Primolano ed il 25 per ferrovia ad Udine. Dopo poche ore di sosta, il battaglione si dirige in autocarri alla volta di S. Anna di Carnizza. Viaggia tutta la notte sul 26, giunge il mattino dopo a Resiutta e si avvia lungo la valle Resia passando a disposizione della 36a divisione e formando, unitamente ad altri battaglioni, il "gruppo Alliney" che lo impiega allo sbarramento della valle contro il soverchiante nemico. Il 28, causa la minaccia di sfondamento in val Raccolana, il gruppo riceve ordine di ripiegare nuovamente verso Resiutta per prendere posizione più indietro. Il movimento avviene con ordine, però, causa l'ingrossamento del torrente Resia e del rio Nero, che han travolto le passerelle, rimane tagliata fuori una parte della 98a compagnia che occupava M. Cuzzer. In particolar modo si distingue la 121a che difende valorosamente per una intera notte il paese di S. Giorgio di Resia. Seguono altri spostamenti, poscia, dopo una sosta di un intera giornata a Somplago, il battaglione giunge il 31 sulla destra del Tagliamento; le compagnie si collocano in avamposti sul greto del fiume, a Col del Sole e sulle pendici di M. Covria mentre già si scorgono le avanguardie austriache. Il 3 novembre, minacciato sulla destra, il "M. Mercantour" invia un riparto verso il paese di Peonis ed il giorno seguente raggiunge Col di Forca, luogo di adunata del gruppo. Nella notte sul 5 procede con gli altri riparti della colonna in direzione di Casera Valle del Tochel, poscia il mattino dopo combatte a Pielungo concorrendo all'azione del "Pinerolo" e del "M. Canin". Più tardi, avendo un riparto che lo precedeva perduto il collegamento col resto della colonna, il battaglione erroneamente lo segue. Il mattino del 6, mentre una parte (98a e 116a compagnia) si unisce alle truppe del 36° fanteria che ripiegano verso S. Francesco - Tramonti, l'altra col comando del battaglione è inviata a sorvegliare il bivio di Pielungo, le provenienze della valle del Tochel e la strada militare di M. Covria. Attaccata dal nemico è però costretta a cedere. Gli altri riparti, arrestatisi su di una mulattiera, a Mezzo Cammino, tra Pielungo e Tramonti, si trovano anch'essi improvvisamente accerchiati. Cercano un via di scampo per un vallone laterale e pervengono nella notte sulla mulattiera rio Freddo - Tramonti di Sotto. Il giorno dopo però nei pressi di questa ultima località subiscono identica sorte. Il "M. Mercantour" viene sciolto colla data del 18 novembre; i suoi resti vanno a rinforzare i ranghi del "Pinerolo".
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