Concorrono alla sua formazione le compagnie 99a e 117a, che fin dall'inizio delle ostilità hanno fatto parte del "Borgo S. Dalmazzo" e la 122a, di nuova costituzione, sorta unitamente al comando di battaglione, nel novembre 1915, a Demonte, colle giovani reclute del 1896. L'11 aprile, il comando del battaglione e la 122a partono dalla sede anzidetta diretti alla frontiera orientale; giungono il 15 a Serpenizza ed il 19 si spostano ad Idersko (Caporetto) ove sono raggiunti dalla 99a e 117a compagnia. Durante la permanenza ad Idersko, l' "Argentera" viene impiegato in lavori di difesa che si protraggono sino al 20 maggio. Il 21 un ordine improvviso invia il battaglione sulle posizioni di Costa Raunza; sostituito dopo quattro giorni da riparti bersaglieri, va ad occupare le difese di M. Javorcek, ma appena giuntovi deve discendere per trasferirsi, con marcia affrettata, a Caporetto. Nel Trentino, dove il nemico ha sferrato l'offensiva vengono chiamati gli alpini per parare la grave minaccia. Trasportato con autocarri, attraverso Cividale, Udine, Treviso, Bassano, il battaglione giunge al mattino del 27 a Valstagna. Il giorno seguente prosegue per Foza, detinato a completare la costituzione del "gruppo alpino di Foza", ed il 29 oltrepassato M. Fior e M. Castelgomberto, si congiunge al M. Meletta di Gallio al "Monviso" ed al "Val Maira". Quivi il battaglione ha ordine di portarsi su M. Fiara, ma caduta la posizione in mano al nemico, l' "Argentera" occupa il costone tra M. Sbarbatal e q. 1768 allo scopo di costituire, con i riparti dislocati sulla Meletta di Gallio, una salda linea atta a consentire non solo alle nostre truppe il ripiegamento sulla dorsale della Meletta, ma anche a sostenere l'urto dell'incalzante nemico. Al mattino del 30, il battaglione, ripiega con gli altri sulla linea M. Fior, M. Castelgomberto opponendo strenua resistenza alle fanterie avversarie che inutilmente cercano di sopraffare le nostre truppe. Al mattino del 31 l' "Argentera" occupa tutta la dorsale di M. Fior, da q. 1824 fino presso q. 1653 di M. Spil, ove tenacemente attende a rafforzarsi; M. Fior è l'ostacolo contro cui cozza la pressione nemica e dove gli alpini opporranno una resistenza incrollabile. Incessanti bombardamenti nei giorni 2, 3 e 4 giugno precedono l'attacco che gli Austriaci stanno preparando. Al mattino del 5 l'artiglieria avversaria investe M. Fior e M. Castelgomberto per facilitare l'attacco alle proprie truppe, ammassate nella conca di Malga Slapeur. E quando esse, infatti, muovono contro le nostre sconvolte difese, non credendo possibile trovarvi ancora i difensori, cozzano invece contro gli alpini dell' "Argentera" e del "Morbegno" i quali, benchè decimati, sostengono una lotta aspra e sanguinosa che si protrae per oltre un'ora, dopo di che respingono l'attaccante. La 117a compagnia, che ha perduto gran parte dei suoi gregari, oltre al comandante, a sera contrattacca con impeto, costringendo l'avversario a ripiegare sulla Meletta. Battuto, il nemico ordina alle sue artiglierie di riprendere il fuoco, ed il bombardamento ricomincia, raddoppiando di intensità. Nei giorni 7 e 8 nuovi e più furiosi attacchi vengono sferrati dall'avversario che vuol ad ogni costo aprirsi una via per piombare sulla pianura veneta. Nel pomeriggio dell'8, gli Austriaci scendono dalla Meletta e dopo essersi riordinati nei pressi di Malga Slapeur sferrano l'assalto, puntando contro il tratto M. Fior - colletta Castelgomberto con evidente intenzione, dopo aver sorpassato quelle difese, di colpirci alle spalle dalla conca di Malga Lora. Energicamente contrattaccati puntano contro il M. Fior (q. 1824) occupato dalla 117a compagnia, dalla sezione mitraglitrici dell' "Argentera" e della 44a del "Morbegno". Con slancio la 117a a sua volta contrattacca, rincalzata, poscia, dalla 122a riesce con un furioso assalto alla baionetta a respingere il nemico, che per ben quattro volte tenta di occupare M. Fior, ma invano. Per tutto il giorno, fino al calar della sera, il battaglione continua a battersi, col sopraggiungere della notte la lotta si va man mano spegnendo. Benchè ridotto negli effettivi, continua a mantenere le posizioni affidategli, finchè, il 9, sostituito da riparti di fanteria, ripiega dapprima sulle pendici sud di M. Fior, indi si trasferisce a Lazzaretti ove accampa. Le sue perdite, 16 ufficiali e 420 uomini di truppa, testimoniano il suo valore e vengono compensate dalla medaglia d'argento concessa al battaglione. In breve, il "M. Argentera", con l'arrivo dei complementi si ricostituisce; il 15 giugno si raccoglie nei pressi di Malga Giogomalo destinato a far parte del "gruppo speciale Stringa" (4a divisione) al quale è affidato il compito di riconquistare le posizioni abbandonate nei giorni precedenti. Gli alpini del gruppo, suddivisi in due colonne, muovono risolutamente riprendendo le posizioni di Malga Fossetta - M. Magari - Cima Isidoro e Cima della Caldiera. Il 25 la colonna di sinistra, di cui fa parte l' "Argentera", attacca Cima delle Contese ed il giorno seguente, poichè il nemico premuto, ripiega, occupa i Ponari e Pozza dell'Ortigara. Contro le difese di quest'ultima il battaglione punta ripetutamente nei giorni 29 e 30, ma l'impresa fallisce; il nemico reagisce con violento fuoco che decima sempre più le file dei nostri. Il 6 luglio gli alpini si lanciano verso la sommità di M. Ortigara ma neppure questa volta è possibile fiaccare la resistenza avversaria; solo riparti della 99a compagnia riescono a penetrare in alcune trincee ma battuti dal fuoco debbono ritirarsi sulle posizioni primitive. Le sensibili perdite riducono il battaglione a poco più 350 uomini, e pertanto viene ritirato sulle posizioni di seconda linea, quale rincalzo. Nella notte sul 12 luglio si trasferisce a Pozza dell'Agnelizza, finchè nella notte sul 17 consegna la difesa della linea al "M. Baldo" e, dopo aver sostato qualche giorno sull'altopiano dei Sette Comuni, scende, il 23, a Grigno, proseguendo per Primolano ed in ferrovia, poi alla volta di Ala. Giunto a Marani si porta a Prabubolo Alto ove accampa per fruire di un adeguato riposo (37a divisione). In tale località il battaglione trascorre i mesi di luglio, agosto e solo verso la metà di settembre, è chiamato nel settore di M. Altissimo, sulle posizioni di Doss del Remit - Castione - q. 985 . M. Giovo. L'attività dei riparti è rivolta alla migliore completa sistemazione difensiva della linea e salvo frequenti azioni di pattuglie, non si hanno altri avvenimenti fin quasi alla metà del successivo anno.
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Fino all'autunno il battaglione rimane nella zona dell'Altissimo senza svolgere azioni di particolare importanza. L'approssimarsi degli avvenimenti sull'Isonzo, costringono l' "Argentera" a lasciare le posizioni di Doss Casina, Solco Loppio - Mori, per portarsi su quella fronte. Il 14 ottobre scende a Brentonico; prosegue per Avio da dove in ferrovia raggiunge Cividale ed in autocarri arriva a Serpenizza (2° gruppo alpini) accantonando nelle baracche di Kuntri. Alla sera del 23 ottobre, vigilia dell'offensiva, si porta in trincea sul Polounik, dalla riva sinistra dell'Isonzo a q. 1474. Al mattino successivo, le artiglierie austriache aprono con violenza il fuoco. Alla sera del 24, causa gli avvenimenti alle ali, il battaglione ha ordine di ripiegare e passando per il ponte di Serpenizza, di dirigersi verso M. Prvi hum prendendo posizione nei trinceramenti sulle pendici nord - ovest di tale località. Giunto, all'alba del 25, sulla nuova linea, disloca le sue truppe verso la valle Uccea collegandosi a sinistra con riparti del 280° fanteria schierati in fondo valle. Al mattino dello stesso giorno, un attacco in forze rilevanti cozza in pieno contro il centro della linea difesa dalla 99a compagnia e del plotone arditi del battaglione, concentrando su di essa un violento fuoco di mitragliatrici ed un lancio ininterrotto di bombe a mano. Un pronto e tempestivo contrattacco degli arditi arresta l'irruenza del nemico e lo obbliga poi a retrocedere. Mentre sul Prvi hum si svolge la lotta intensa, l'ala sinistra del battaglione, costituita dalla 117a compagnia, viene a trovarsi allo scoperto e pertanto questa ripiega verso l'alto in modo di fronteggiare la nuova situazione. La battaglia, si riaccende accanita sia al centro che sulla sinistra dell' "Argentera"; la 99a compagnia, che ha particolarmente sostenuto l'urto, è ridotta a pochi uomini; la 122a, costituente l'ala destra, dopo essere stata fatta segno a lancio di bombe a mano, è a sua volta investita da forze preponderanti. Dopo gli aspri combattimenti sul Prvi hum, durati ben cinque ore, i pochi superstiti, divisi in due colonne, ripiegano nello stesso giorno 25 sullo Stol schierandosi, la prima, a cavaliere della mulattiera, tra i riparti dell'88° fanteria, a destra, ed alpini del "Monviso" a sinistra; la seconda ad occidente della prima, tra riparti del 271° fanteria ed altri del 9° bersaglieri. Verso sera, poichè la pressione continua, prosegue il ripiegamento, ma constatato, poi, che sullo Stol, posizione dominante, si può ancora resistere, viene ordinato ai riparti di rioccupare quelle difese. Mentre l' "Argentera" muove per tornare al suo posto, il nemico attacca. In breve i resti del "Monviso" dopo eroica lotta vengono sopraffatti, il fianco sinistro del nostro schieramento resta scoperto. Per ben cinque volte gli alpini dell' "Argentera" sono travolti e per ben altrettante riportati sulla posizione. Infine il nemico in un supremo sforzo riesce a sfondare la linea tra essi ed i fanti dell'88° fanteria travolgendone gran parte. La resistenza sulla sinistra dura ancora qualche tempo, poi i pochi superstiti, incalzati sempre più da vicino, ripiegano su Bergogna e Plarischis. Posti alla dipendenza della 50a divisione, si portano dapprima a Zuffine e di qui il 26 stesso sulle alture sovrastanti Subida (M. Janer). Il 28 con successive marce attraverso Attimis, Nimis, Tarcento, S. Daniele del Friuli, la stretta di Pinzano, raggiungono Valeriano. Il 30 si trasferiscono a Sequals, ed il 1° novembre a Toppo si riuniscono ai superstiti del 2° gruppo. Nei giorni susseguenti il battaglione continua la ritirata, passa, il 3 novembre, il Piave e per Cittadella, Selva, Fornace di Carturo, Villaganzeria, Santa Croce - Pellegrina, raggiunge il 23 novembre il Po portandosi a Vescovado. Il 26 si ferma a Vigolo Marchese, presso Fiorenzuola, ed ivi il 30 l' "Argentera" viene disciolto.
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