Fin dall'agosto 1914, il battaglione con le compagnie 28a, 29a, 30a e 83a (riceve più tardi la 158a) raggiunge la zona di radunata, per far parte delle truppe destinate alla sorveglianza del tratto di frontiera, dalla valle del Cordevole a quella del Boite. Il 23 maggio il "Fenestrelle", alla dipendenza della 4a armata, IX corpo d'armata, è dislocato alla testata di val Maè, tra Col di Davagnin, Casera Vescovado, Costa del Conte, forcella Pecol, Cesera e forcella Staulanza e Col di Angusciei; la 83a compagnia è a M. Mondeval, con distaccamenti a guardia delle provenienze dalle forcelle Ombrizzola, Rossa e di Giau. Scoppiate le ostilità, pattuglie vengono inviate a riconoscere il terreno ed a prendere contatto col nemico. La sera del 27, il battaglione, con le compagnie 29a e 30a, concentratosi a Casera Staulanza, oltrepassa la linea di confine occupa le qq. 2098 e 2160, rispettivamente sulle pendici sud e nord di M. Porè; la 28a, in rinforzo al "Val Chisone", si porta a forcella Porè e la 83a, raggiunge il rifugio Nuvolau. Nella notte, la 28a passa in val Boite, a disposizione del I corpo d'armata. I riparti spingono pattuglie in ricognizione verso la conca di Cortina d'Ampezzo, il rio d'Andraz ed il castello di Buchenstein, provvedendo a rafforzare le posizioni raggiunte. Il 4 giugno, il battaglione sostituito dal II/81° fanteria e dalla 226a compagnia del "Val Cordevole", si trasferisce a Lago di Fermin, in val Boite, passando alla dipendenza del I corpo d'armata, la 28a è a Laste di Fermin, con un plotone in gran guardia a Cinque Torri. Il 6, la 30a e la 83a si spostano a Romerlo, a disposizione della 2a divisione, il comando, con le altre due compagnie, assegnato alla 10a, per Vodo, Cima Gogna, Candide, si trasferisce a Col Rosson. I riparti sono subito chiamati ad agire; il giorno 9, la 29a s'impadronisce di Cima Vallone, costringendo alla ritirata nuclei avversari e, nella giornata del 12, unitamente alla 28a, alla 3a del 69° fanteria ed a due plotoni di guardie di finanza, respinge due violenti attacchi avversari. Nei giorni dal 15 al 18, alla dipendenza della brigata Basilicata, compie reiterati tentativi per la conquista di Cima Palombino; il nemico, annidato fra rocce quasi inaccessibili, arresta lo slancio degli alpini, che in un primo momento riescono solo ad occupare q. 2349 ed il costone nord ovest di detta cima, ma, con un successivo sforzo, raggiungono la cresta. Il battaglione, sostituito nelle linee, il 19 riunisce le due compagnie a Casera di Melin, il 21 si porta a forcella Zovo, dove fino al 6 luglio, è impiegato in lavori e nel servizio di avamposti nel tratto forcella della Sentinella - forcella Zovo. Il 7 si trasferisce in val Digon e l'8, destinato a far parte di un nucleo di truppe che ha il compito di conquistare M. Cavallin e la forcella omonima, si sposta a Casera Pian Minoldo e nei giorni 9 e 10 attacca ripetutamente le posizioni nemiche senza, però, ottenere sensibili vantaggi. Per le perdite subite, l'11 viene fatto ripiegare a Sega del Digon, per riordinarsi, ma il 16, è nuovamente chiamato in linea a Cima Vallone; nella notte sul 18 rinnova l'azione contro le posizioni di forcella del Cavallin, con la 29a ed un plotonedella 28a sul fianco orientale della forcella, mentre gli altri plotoni della 28a, con movimento avvolgente giungono a tergo delle difese nemiche; vani però riescono gli sforzi, il nemico resiste tenacemente infliggendo gravi perdite; il giorno seguente il "Fenestrelle" ritorna a Sega del Digon. Il 29, si porta a Casamazzagno (nord di Candide), distaccando due plotoni a Casera Pian Minoldo. Il 3 agosto subisce un nuovo spostamento, per costituire la riserva divisionale, durante le operazioni contro le posizioni dell'alto Padola, ma, il giorno seguente, rientra agli accantonamenti. L'11, chiamato a cooperare con le altre truppe all'azione che deve svolgere la 2a divisione, con il compito di puntare verso la Croda Rossa ed il passo della Sentinella, si trasferisce a Casera di Selva Piana, il 12 a Cima dei Collesei e successivamente sulle pendici settentrionali di M. Popéra. Nei giorni 13, 14 e 15 svolge ripetuti attacchi per la conquista degli obiettivi, senza per altro ottenere vantaggi, a causa del terreno difficile e per le gravi perdite subite. Il 16 agosto si riunisce a Casera di Selva Piana e, lasciate in detta località due compagnie, che costituiscono un riparto autonomo a disposizione della divisione, si porta con gli ufficiali ed i graduati a Casamazzagno, ove, con i complementi giunti ricostituisce i suoi riparti che si dislocano a Casera di Melin, q. 1872, C. Pian della Mola, Cima e passo Palombino, passo di Cima Vallone. Occupa in seguito le trincee di prima linea comprese fra Cima Palombino e Cima Vallone. Il 9 ottobre il riparto autonomo è disciolto. Nelle suddette località il "Fenestrelle" rimane fino al termine dell'anno, limitando la sua attività bellica all'invio di pattuglie ed ai lavori per la sistemazione invernale. Le due compagnie, rimaste alla dipendenza della 2a divisione, concorrono alle operazioni in val Boite contro le posizioni di Malga Son Pauses e delle Tofane. Il giorno 7 giugno si ammassano a Cianderaù e l'8 avanzano per le pendici del Doss della Tofana; raggiunta la colletta di val di Fiorenza, senza incontrare resistenza, proseguono riuscendo ad affermarsi, malgrado la reazione nemica, sulle falde sud occidentali di Col Rosa. Gli alpini, rafforzata la linea raggiunta, il 9 ed il 10 ricacciano due attacchi avversari; ricevuto il cambio, nella notte sull'11, da riparti dell'8° bersaglieri, la 30a si porta a colletta di val di Fiorenza, distaccando un riparto a Doss della Tofana, la 83a, il giorno 13, raggiunge la sponda destra del Boite ed il 14 risale le pendici nord di Col Rosa e si trincera, cooperando nell'attacco svolto dalle truppe della divisione contro le posizioni di Malga Son Pauses. Sostituita in linea il 23, si trasferisce a Ronco. Il 13, la 30a esegue una puntata contro le posizioni nemiche di Furcia Rossa (Alpe Fanes Grande), senza però poter raggiungere l'obiettivo. Il 17, è in avamposti in val di Fiorenza e Doss della Tofana ed il 4 luglio cessa di fornire il predetto servizio, per un breve periodo di riposo. Il 28 le due compagnie si riuniscono alla colletta di val di Fiorenza. L'8 luglio, l'83a, rinforzata da un plotone della 30a, compie un'ardito colpo di mano, riuscendo ad occupare il posto nemico di q. 1780 in val Travenanzes, catturando numerosi prigionieri e diverso materiale bellico. La nuova posizione viene presidiata dagli alpini che provvedono alla sua sistemazione e nei giorni 11 e 12, in concorso all'azione svolta dalla 10a divisione contro M. Piana, attaccano le posizioni nemiche dell'alta valle Travenanzes, ma l'obiettivo non può essere raggiunto a causa della forte reazione nemica e delle enormi difficoltà del terreno. Il 19, la 83a si porta a riposo a Cortina, mentre la 30a va in linea sulle Tofane, per poi, il 25, ricevere il cambio dalla 83a che, il 29, con il concorso di due plotoni della 30a, con un brillante contrattacco, riconquista il posto di q. 2557 perduto dalle truppe che l'occupavano. Il 30, mentre la 30a rimane a presidiare la quota e le pendici nord della Tofana 3a, la 83a si porta alla testata di val di Fiorenza. Durante i mesi di agosto e settembre non si hanno azioni e le compagnie, a turno, vigilano sulla cresta delle Tofane, ove incominciano le nevi e la tormenta. Il 21 ottobre, la 83a allarga la sua occupazione, presidiando anche le linee tenute dalla 30a, che si porta, per Ospizio tre Croci e forcella Grande, sulla cresta dello Schonleitenschneid, rilevando riparti del "Pieve di Cadore". Il 14 la compagnia viene sostituita nelle posizioni e ritorna a Ospizio tre Croci, per spostarsi poi in val Grande, ove i suoi riparti distaccati a Testaccio, allo Zurlong, a Col degli Stombi, a q. 2927 di Dosso di Landro ed alle qq. 2557 e 2557 bis, oltre al servizio di sicurezza, provvedono alle costruzioni di baracche ed a lavori vari, fino al termine dell'anno.
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Il battaglione, con le due compagnie 28a e 29a, dopo aver affrontato i rigori dell'inverno sulle creste di Cima Vallone e Cima Palombino, il 6 aprile si riunisce a Sega del Digon, per trasferirsi l'8 ad Auronzo. La 30a è sempre in linea al Dosso di Landro ed alla Tofana 3a, alla dipendenza della 2a divisione, fino al 16 febbraio, poi della 1a. La 83a, passata il 7 gennaio, nel settore Padola - Visdende, il 9 accantona a S. Stefano, il 26 invia due plotoni nelle posizioni di q. 1934 (Col di Caneva), per riunirsi in detta località l'11 febbraio; il 21 marzo si sposta a Cima Sappada, l'8 aprile ad Auronzo, passando, a far parte del battaglione "M. Albergian", di nuova costituzione. L'11, il comandante del "Fenestrelle" si reca a Crestone Popéra per assumere il comando di un battaglione misto, composto dalla 28a alpina (che costituisce quattro plotoni speciali, di cui uno di scalatori crode), dalla 9a del 53a fanteria e dalla 1a del XLVIII bersaglieri, destinato all'occupazione del passo della Sentinella. Ultimati i preparativi, il 14, i riparti assumono la dislocazione per l'attacco. Nella notte sul 16 il plotone scalatori di crode inizia l'avanzata e riesce, dopo una faticosa marcia, ad inerpicarsi, a mezzo di corde, sull'erte rocce della montagna ed a raggiungere, inosservato un pianoro sovrastante il passo, denominato "del Dito" da uno spuntone di roccia che si trova sul suo margine sud occidentale. Gli altri plotoni alpini raggiungono la selletta del pianoro e l'imbocco del canalone, poi, uno di essi, rinforza l'occupazione del pianoro stesso. All'alba, dopo un breve fuoco d'artiglieria e di bombe a mano, i riparti del pianoro, riescono a disperdere un riparto austriaco che accorre in rinforzo. Nuclei della 68a compagnia del battaglione Pieve di Cadore, da Cima Undici, concorrendo nell'azione, mentre il fuoco di bombe e di fucileria è ripreso contro la posizione nemica, iniziano la discesa verso il passo. Nelle prime ore del pomeriggio, la 28a compagnia alpina, rinforzata da un plotone di fanteria, muove frontalmente ed occupa il passo, catturando i difensori, poco dopo giungono anche gli alpini della 68a e le compagnie di fanteria e bersaglieri. I riparti provvedono alla sistemazione della nuova posizione. Il giorno seguente una pattuglia di arditi tenta di allargare l'occupazione verso la Croda Rossa; anche questa volta gli alpini cercano di superare le erte rocce della montagna, sclandole con cordate, però, mancata la sorpresa e ferito il comandante, il nucleo è costretto a rinunciare all'impresa. Il 3 maggio, la 28a sostituita da tre plotoni della 29a, si porta, per Auronzo nella località denominata "Ghiaioni" di Giralba, ove il 5, giunge anche il comandante del battaglione, che assume il comando delle truppe di val Popéra. Il 7, la 30a compagnia, cedute le posizioni delle Tofane, dopo un breve periodo di riposo a Ronco, rientra al battaglione. Il 25, la 28a sostituisce in linea, a Cima Undici e forcella Giralba, riparti del "Pieve di Cadore" ed il quarto plotone della 29a dai "Ghiaioni" di Giralba si porta nelle trincee di forcella Passaporto; il 4 giugno la 30a assume la difesa delle posizioni di Pian di Cengia. Dal 6 all'8 giugno la 28a tenta la conquista di q. 2644 del massiccio di Cima Undici; per tre notti consecutive l'azione viene ripetuta invano e gli alpini si trincerano ad immediato contatto col nemico, sulle pendici di q. 2802. Il 10, la 30a si sposta in val Marzon e per Ospizio tre Croci, in val Grande, l'11 è nelle trincee dello Zurlong. Nella notte sul 12 ed il giorno 15, svolge ripetuti attacchi contro le posizioni della Punta del Forame, subendo gravi perdite. Il 29, cedute le linee, ritorna ai "Ghiaioni", dove, sin dal 15, si è costituita una nuova compagnia che assume la numerazione di 158a, il 3 luglio va a S. Stefano, poi in val Sesis. L'8, la 29a si riunisce al passo della Sentinella ed il 16 il comando del battaglione si trasferisce a Crestone di Popéra. L'11 agosto, il "Fenestrelle" passa alla dipendenza del settore Lavaredo - Oberbacher; la 30a compagnia, sostituita da riparti di guardie di finanaza per Cima Sappada, il 14 si porta a S. Stefano; la 29a, il 16, si riunisce alla 158a ai "Ghiaioni" ove, il 17, giunge, anche il comando di battaglione. Il 29 agosto, la 30a compagnia, messa a disposizione della 1a divisione, che ha impegnate le proprie truppe nell'azione contro Punta del Forame, si porta prima ad Ospizio tre Croci poi, in linea in rinforzo ai riparti del "Val Piave". Il 1° settembre anche la 29a si trasferisce in val Boite, il 3, sostituisce la 30a nelle posizioni e nella notte sul 4, sotto un violento bombardamento, s'impadronisce della quota più alta del Forame (2566) che, poi per tutta la giornata mantiene malgrado i ripetuti attacchi nemici, ma all'alba del 5, ridotta di numero per le forti perdite, è costretta ad abbandonarla. L'8 anche il comandante del battaglione e la 158a, assegnati alla predetta divisione, si portano in val Boite, accampando a ponte degli Stombi ed il giorno seguente la 158a dà il cambio alla 29a. Nei giorni successivi vengono ricacciati i ritorni offensivi dell'avversario, che si accanisce contro le nostre linee, però, il 13, mentre si svolgono le operazioni di cambio tra la 158a e la 30a, una più violenta azione degli Austriaci è a stento contenuta. I riparti duramente provati (8 ufficiali e 239 militari di truppa fuori combattimento) vengono fatti ripiegare ad Ospizio tre Croci, ove provvedono a riordinarsi. Il 19 settembre il "Fenestrelle" per "Ghiaioni" di Giralba raggiunge Sega del Digon ed il 21 sostituisce il XLVIII bersaglieri nella difesa delle posizioni di Cima Vallone, passo Palombino, C. Pian Minoldo, Casera di Melin, sottosettore Digon (settore Padola - Visdende), la 28a compagnia è sempre nei trinceramenti di forcella Giralba e passo della Sentinella (settore Lavaredo - Oberbacher). Fino al termine dell'anno nelle posizioni tenute dai riparti del battaglione, non si svolgono azioni di guerra, per il sopraggiungere dell'inverno, che assorbe tutta l'attività delle truppe, soggette a gravi fatiche ed a pericoli derivanti dalla caduta di valanghe che interrompono le comunicazioni, rendendo oltremodo difficile i rifornimenti.
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Il nuovo anno trova il "Fenestrelle" nelle posizioni precedentemente occupate, ove trascorre tutto l'inverno impegnato nella sorveglianza delle linee ed in continui lavori. Il 16 maggio, superando enormi difficoltà, con un'ardita scalata, un nucleo di alpini riesce ad occupare la q. 2357 di Pian Minoldo. Il 27, la 30a compagnia, passa nel settore Lavaredo - Oberbacher ed occupa i trinceramenti di passo della Sentinella, forcella e Crestone Popéra. Sino a tutto settembre non si hanno nella zona azioni di rilievo. La situazione strategica creata dall'offensiva austro - tedesca dell'ottobre, obbliga le truppe della 4a armata ad abbandonare le posizioni. Provveduto al ritiro dei pezzi di artiglieria, il 2 novembre, la 30a compagnia assume la difesa dello sbarramento della val Padola. Il 3, la 29a e la 158a, distrutto tutto il materiale non trasportabile e lasciate le trincee, provvedono a sbarrare la val Digon, tra Col Rosson e C. Pian della Mola, il 4 costituiscono retroguardia del corpo d'armata e prendono posizione al Costone di Danta. Il 5, il battaglione, a cui si riunisce la 28a compagnia, si porta ad Auronzo e, per la valle del Piave, inizia il ripiegamento su Longarone; il 7 raggiunge Tai, il 9 occupa lo sbarramento di Rivalgo, con il compito di ripiegare fino a compiuto sfilamento di tutte le truppe della Zona Carnia e della Fortezza Cadore Maè. Assegnato alla "colonna Nassi", che ha funzione di retroguardia, dopo aver assolto il suo compito, riprende la marcia. Il 9 sosta allo sbarramento di Termine. Il nemico fa sentire maggiormente la sua pressione e riesce con il fuoco delle proprie mitragliatrici a colpire le truppe ammassate in Longarone. Il "Fenestrelle" riprende la marcia; a Castello Lavazzo, invia le compagnie 29a e 158a sulla sinistra del Piave, a guardia delle provenienze oltre il ponte di Codissago; raggiunto Longarone riceve ordine di attaccare, con le altre due compagnie, insieme a riparti bersaglieri e di aprirsi a viva forza la strada su Belluno. Gli alpini ed i bersaglieri riescono a portare le nostre linee in avanti, catturando numerosi prigionieri. Però il nemico, ricevuti nuovi rinforzi, preme sempre più da vicino sui nostri e, piazzate nuove mitragliatrici, apre un violento fuoco che procura molte perdite. Resosi necessario liberarsi dalla stretta avversaria, il comandante del "Fenestrelle", mentre la 28a e la 30a mantengono a bada il nemico che sta loro di fronte, ordina alla 29a ed alla 158a, che, sostenuto un combattimento con riparti nemici che tentavano di passare il Piave, sono riuscite a disimpegnarsi, di attaccare nuovamente. Le due compagnie riescono a trattenere la pressione avversaria, lasciando libero il deflusso per la val di Zoldo, lungo la quale la colonna può continuare il suo ripiegamento. Ma gli Austriaci con nuove truppe, investono le compagnie alpine e bersaglieri, travolgendole. I resti del battaglione (17 ufficiali e 136 soldati), con i riparti della "colonna Nassi", per Igne scendono nella valle dell'Ardo. In seguito per Bolzano, Sedico, S. Giustina, Feltre, il 12 novembre si portano a Valstagna, in val Brenta, da dove, in ferrovia, si trasferiscono a Bassano. In detta località iniziano le operazioni di riorganizzazione, che proseguono a Volpago (giorno 22) e ad Onè di Fonte (giorno 30 - 1a divisione). Il 1° dicembre il "Fenestrelle", inquadrati i suoi elementi in una compagnia, passa a far parte del 14° gruppo (VI raggruppamento - VI corpo d'armata), il 13 raggiunge in valle Poise, il gruppo precedentemente spostatosi in quella zona, il 15 è a Le Fossette, in riserva. Il nemico continua a sferrare i suoi violenti attacchi e riesce ad occupare la cresta del M. Asolone. Il 19, al comando del raggruppamento, che assume la difesa del settore occidentale della 66a divisione, viene commesso il compito di contrattaccare. La compagnia del "Fenestrelle" è chiamata in linea e la mattina del 20, con gli arditi del raggruppamento e riparti del 239a fanteria, sferra due violenti assalti per la riconquista del terreno perduto; a sera, importanti posizioni vengono rioccupate. L'azione deve essere ripresa il giorno seguente, però, a causa delle cattive condizioni metereologiche, viene sospesa. Il 24, il "Fenestrelle" si porta a riposo a Liedolo per provvedere al suo riodinamento. Il comandante del battaglione assume temporaneamente il comando delle due compagnie del "Courmayeur".
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Il battaglione Courmayer - Fenestrelle torna nuovamente nella zona del Grappa. Ripresa l'azione delle truppe della 66a divisione per il completo possesso di M. Asolone, il 10, unitamente al gruppo si porta a Osteria del Campo ed il 14 allo sbarramento di valle Damoro. Il combattimento si svolge aspro e violento, gli alpini del 14° gruppo sono chiamati a rinforzare le fanterie più provate ed il battaglione occupa le pendici sud di q. 1486 (M. Asolone). Il 19, il settore viene completamente occupato dalle truppe del VI raggruppamento, che disloca i battaglioni del 12° gruppo in prima linea e quelli del 14° allo sbarramento di val Damoro; il "Courmayeur - Fenestrelle" si porta a Capitello, in riserva. Il 23, dovendo il raggruppamento raggiungere il territorio della 1 armata, gli alpini vengono sostituiti nelle linee ed il battaglione si trasferisce a Liedolo, il 29 raggiunge in ferrovia, Losine in val Camonica (III corpo d'armata). Il 15 febbraio il "Fenestrelle" si ricostituisce a Breno su tre compagnie (28a, 29a e 30a) e con elementi del disciolto battaglione "Val Varaita", rimanendo assegnato al 14° gruppo; il 23 si porta a Cividate, ove permane fino all'8 marzo. Il 9 è in val Camonica e l'11 assume la difesa delle posizioni di passo di Campo (M. Campellio - M. Re di Castello). Il 23 occupa, indisturbato, i costoni di Cima d'Avolo e quello di M. Re di Castello. Nella zona, non si hanno operazioni di importanza ad eccezione di piccole azioni dimostrative di pattuglie e di assestamento della linea difensiva. I riparti sono impiegati in continui lavori di riattamento stradale, di fortificazione e di costruzione di ricoveri. Il 24 agosto il battaglione, ricevuto il cambio dal "M. Granero", si porta ad Isola e per Fresine ed Incudine a Sozzine. Dopo un breve periodo di riposo, il 2 settembre si trasferisce in conca Presena ed occupa le posizioni di C. Presena e di Monticello, a presidio delle quali rimane fino al 25, il 26 raggiunge gli altri riparti del gruppo a Vezza d'Oglio, dove esegue esercitazioni varie. Il 22 ottobre, destinato al XXV corpo d'armata, per Malonno, Breno e Prestine giunge il 27 a Lavenone, ma in seguito ad un nuovo ordine, il 2 novembre, in ferrovia, ritorna in val Camonica, riunendosi al proprio gruppo a Vezza d'Oglio. Il mattino del 4, unitamente agli altri battaglioni del raggruppamento per il passo del Tonale, si dirige in val di Sole, verso Fucine, arrestandosi in tale località in seguito all'armistizio.
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