Costituito ad Intra, nel dicembre 1915, con le compagnie 134a e 135a, nell'aprile 1916 per Finero raggiunge in ferrovia Grigno dove si unisce alla 112a, cedutagli dall' "Intra". Inviato sulle linee di S. Osvaldo, in Trentino, in previsione della offensiva nemica il 16 riceve ordine di portarsi a C. Desene per svolgere un'azione contro Malga Trenca ed il Glockenthurm, ma, giuntovi, viene richiamato e scende a Roncegno. Il giorno seguente la 135a si sposta a Volto (S. Osvaldo) respingendovi un attacco avversario mentre affluisce sulla fronte anche la 112a; la 134a rimane in riserva. Il 17, il battaglione, schierato a difesa del sottosettore Volto assieme a riparti delle brigate Siena, Venezia e dell' "Intra", è violentemente attaccato dal nemico. Una compagnia del 31° fanteria ed un plotone della 135a caricano alla baionetta respingendo gli assalitori. Intervengono nella mischia anche due plotoni della 134a guidati dal comandante di compagnia che cade alle testa dei suioi. Nei giorni che seguono, i riparti del battaglione si rafforzano sulle posizioni solo disturbati, il 21, da un altro energico tentativo nemico che viene ugualmente respinto. Il 24, il "M. Rosa", destinato al settore Salubio - Settole, per Osteria Pontarso, va a rilevare il I/32° fanteria sul tratto di fronte Fregio - Valle di Calamento. Il primo periodo trascorre in relativa calma, ma, verso la metà di maggio, tiri frequenti di artiglieria si abbattono sulle nostre trincee e gruppi nemici svolgono ardite incursioni. All'alba del 23 maggio, un nutrito fuoco di artiglieria viene diretto contro valle di Calamento e q. 1608, poscia numerose pattuglie avversarie, seguite da due forti colonne, cercano avvicinarsi, ma la nostra pronta reazione le arresta. Durante la notte, il battaglione si riunisce a Cascata; il giorno seguente, 24 maggio, si porta a M. Cima per contendere il passo alle avanguardie avversarie. Rinforzato dal "Feltre", nella giornata del 26, contrattacca alla baionetta il nemico che viene respinto perdendo numerosi prigionieri. Una nuova fase di sosta segue fino al giugno, il "M. Rosa", che occupa le posizioni Tambolin di Caldenave - Cima Ravetta, compie lavori di rafforzamento. Il 10 giugno riceve ordine di attaccare Prima Lunetta; il plotone esploratori tenta più volte di raggiungere la cresta senza, però, riuscirvi causa l'impraticabilità del terreno; nel frattempo un plotone della 135a si slancia verso la malfa omonima ma è respinto con considerevoli perdite. Due giorni dopo, sostituito da riparti del "M. Pavione", il battaglione assume una nuova dislocazione, collocandosi sulla fronte M. Spiadon (q. 1800) - Fierollo (q. 1928) - Castelletto. L'opera di rafforzamento viene nuovamente ripresa, ma il 25 i riparti vengono riuniti nel vallone Fierollo, per rilevare poi, il 29, il "M. Pavione" tra q. 2313 e Tambolin di Caldenave. Il 3 luglio gli alpini del "M. Rosa" riattaccano Prima Lunetta e questa volta il loro ardire è coronato da pieno successo. Verso sera il plotone esploratori, unitamente ad altri della 134a, s'impossessa di tutta la cresta. Il 24, il battaglione scende a Malene per riordinarsi. Nell'agosto, il comando del XVIII corpo d'armata, allo scopo di facilitare la discesa su Pedrazzo, in val Travignolo, nonchè di facilitare l'attacco nel tratto di cresta dell'Alpe di Fassa, ordina alla 15a divisione di procedere all'attacco del Cauriol. Si formano due colonne: la prima, composta dal "M. Rosa" e da sei compagnie di fanteria, dovrà dirigersi verso il fianco nord - est mirando direttamente alla "Pala" del Cauriol o tentare di aggirarla da nord - est per forcella Gardinal; la seconda, costituita dal "Feltre" e da altri riparti, dovrà attirare su di sè l'attenzione delle difese tra Stelle delle Sute, Cima di Cupola, forcella di Sadole, per puntare in un secondo tempo contro il fianco sud occidentale del Cauriol. Dopo essersi trasferito alla forcella di val Regana, il battaglione, durante la notte sul 23, raggiunge con la sua colonna i costoni rocciosi che scendono dal Cauriol. L'altra colonna occupa nel contempo le pendici sud ed il costone sud - est di Col del Latte. Più tardi, dopo breve sosta e congrua preparazione di fuoco d'artiglieria, le fanterie procedono all'avanzata. Malgrado difficoltà di ogni sorta, nuclei della prima colonna, "M. Rosa" e fanteria, si spingono fino al ghiaieto sottostante alla "Pala" del Cauriol, mentre l'altra raggiunge il costone di Cima di Cupola. Nei giorni seguenti si progredisce ancora, alternando brevi avanzate a lunghe soste, azioni di artiglieria a duelli di fucileria e di mitragliatrici. La sera del 25, gli alpini del "M. Rosa" sono alla base della "Pala" del Cauriol e quelli del "Feltre" hanno occupato i primi trinceramenti che difendono la vetta. La giornata del 27 segue il pieno successo delle operazioni; dopo una mattinata di fitta nebbia, al primo suo diratarsi, le artiglierie concentrano il fuoco contro q. 2495, poscia, mentre riparti del "Feltre" ne iniziano la scalata, il "M. Rosa" tiene fortemente impegnato il nemico verso forcella Gardinal. La resistenza nemica è infranta e prima di notte il Cauriol è in nostro possesso. Il giorno seguente, la 135a s'impadronisce di alcune trincee site ad ovest della forcella Gardinal, catturandovi prigionieri e materiali. Il 2 settembre viene estesa l'occupazione verso il centro della colletta Cauriol - Gardinal ed il 14, il "M. Rosa", sostenuto dalla 65a compagnia alpina, attacca q. 2318, mentre nuclei del "Feltre" tentano l'occupazione del tratto di fronte: colletta del Gardinal - Cima di Busa Alta - Le Porte. L'artiglieria prepara e protegge col suo fuoco l'avanzata delle truppe; queste, divise in forti nuclei, riescono in giornata ad aggrapparsi alle rocce immediaramente sottostanti all'obiettivo. Nelle prime ore del 15 l'avanzata è ripresa. Per ben tre volte i riparti del battaglione rinnovano con violenza i tentativi per strappare all'avversario la quota. Il difensore, però, deciso a resistere ad ogni costo, con ammirevole tenacia contrasta il passo ai nostri. A metà giornata essi ritentano rabbiosamente l'assalto della vetta, decisi ad impossessarsene. La lotta assume un'alta tonalità di violenza e di furore, ma finalmente, dopo più di un'ora, ogni resistenza è infranta ed anche la q. 2318 cade in nostro potere. Una citazione sul bollettino del Comando Supremo consacra il successo degli alpini del "M. Rosa". Qualche giorno dopo, appoggiate dal fuoco di accompagnamento delle artiglierie, pattuglie del "M. Rosa" ed il plotone esploratori del "Feltre", seguendo una cresta frastagliatissima, iniziano l'attacco della q. 2454 che viene espugnata dopo fiera lotta; la cima del Gardinal è quindi occupata da due plotoni del "Feltre" e da una delle sezioni mitragliatrici del battaglione. Qualche vantaggio è realizzato anche nei giorni successivi, poscia il 28, rilevati dal "Val Natisone", i riparti scendono a riposo presso Caoria. La 112a ed il riparto esploratori, durante la seconda quindicina di ottobre, sono a q. 2000 del Cauriol a disposizione del "Val Cismon" che opera contro q. 2414. Per il resto dell'anno il "M. Rosa" permane nelle posizioni conquistate nell'agosto (colletta Gardinal - q. 2318) ed il 30 dicembre si riunisce a Caoria.
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La rigida stagione invernale sospende ogni azione bellica; fervono però i lavori d'impianto di teleferiche e di costruzioni di baracche. Il 27 gennaio il battaglione si porta sulla fronte di Cima di Cupola (qq. 1632 - 1806 - 2120) sostituendovi riparti del "Val Tagliamento", ivi rimanendo poco più di un mese. Il 3 marzo è nuovamente a Caoria, ove i riparti svolgono esercitazioni varie; il 29 fanno ritorno alle antiche posizioni. Nei mesi successivi, sino ai primi di novembre, si ha un lungo periodo di calma, interrotto, il 31 agosto, da un brillante scontro di un nostro manipoli di esploratori con un pattuglione nemico. Il 4 novembre, in seguito agli avvenimenti sull'Isonzo, il "M. Rosa" inizia il ripiegamento sulle linee di sosta di Cima di Mezzogiorno; il 6 e il 7 è all'Osteria del Brocon in riserva della linea Remitte, Col degli Uccelli, Cima Orena, Tolva e l'8 si dirige verso Arten. Destinato allo sbarramento di Tezze, in val Sugana, vi arriva il 10, passando alla dipendenza del comando del distaccamento "Streva". L'11 novembre i riparti sono dislocati allo sbarramento della val Brenta, della conca di Arsiè e della val Cismon a protezione delle truppe in movimento verso Cismon; il 17, dopo aver transitato per Solagna e Borso, salgono ad occupare la linea M. Pertica - C. Tasson. Durante le notti sul 21 e sul 22, l'avversario tenta vari attacchi che sono però sempre respinti; il mattino del 22 poi un bombardamento violentissimo si abbatte sul Pertica, ov'è la 134a. Riparti d'assalto nemici irrompono sulla posizione, ma, arrestati dal fuoco e contrattaccati, debbono ritirarsi. Il giorno seguente ed il 25 continua il martellamento nemico contro la medesima linea e contro C. Tasson ma sempre la nostra reazione costringe gli assalitori a desistere dal loro propositi. Il 27, rilevato da altri riparti, il battaglione si trasferisce all'Osteria del Poise. Nel dicembre combatte di nuovo; l'8 è a Col Moschin ed a Col del Gallo, il 12, con la "colonna Benedetti", contrattacca per la riconquista di q. 1476 (sud di Col della Berretta), infine a Casera Spiadoni ed a Cà d'Anna, malgrado il fuoco micidiale delle mitragliatrici nemiche, coopera validamente alla conquista delle posizioni. Il 18 però la 134a, che si trovava a q. 1472 (nord della'Asolone), viene quasi distrutta dall'avversario che riesce ad occupare tutta la linea dei colli. Il giorno 22 il "M. Rosa" scende in pianura accantonando nei pressi di Case Prevalin ed il 27 è attendato a nord della strada Romano - Pove, all'altezza di q. 181.
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Il 10 gennaio il battaglione, che dal 20 dicembre 1916 fa parte del 16° gruppo (VII raggruppamento), risale sul Grappa dislocandosi a Col Campeggia ove si trattiene fino al 21. In tal giorno i riparti abbandonano nuovamente la zona montana raggiungendo Bressage per poi trasferirsi a Bussolengo. Dopo aver raggiunto il 24 febbraio Sonico (in val Camonica), sostano nei giorni seguenti ad Incudine - Ponte di Legno - Vescasa e rilevano in linea il 28 ed il 29 riparti del 55° fanteria alla testata del rio Vallassa. L'artiglieria nemica disturba di continuo i nostri che rafforzano il terreno, approfondendo trincee e camminamenti. Nella prima decade d'aprile, il "Val Brenta" sostituisce il "M. Rosa" che scende a Vescasa impiegato in lavori di fortificazione fino al 30, nel qual giorno ritorna in trincea nella sella del Tonale nel tratto di fronte C. Faita - "Ridotta Oberdan". Sono compiute brillanti operazioni di pattuglie e fra l'altre, il 26 maggio, un gruppo del "M. Rosa", svolgendo azione concomitante con un altro del "Val Brenta", si dirige verso passo del Paradiso costeggiando le pendici di q. 2609. Dopo alcune ore di faticoso cammino sulla neve fresca, i due nuclei giungono sotto il passo, accolti dal fuoco intensissimo. L'avversario si accanisce contro gli attaccanti perdendo invece terreno su altro tratto dove un riparto d'assalto riesce a sfondare e ad impadronirsi della posizione fin verso la quota. Durante la notte sul 13 giugno, in regione Tonale il nemico inizia un intenso bombardamento che, dopo aver battuto Cima di Cady, si scatena sul Monticello e particolarmente contro la q. 2545 che appare ben presto coperta da una fitta nube di fumo; all'alba, preceduto da riparti d'assalto, attacca con estrema violenza; dopo sei ore di tenace resistenza, gli alpini superstiti sono costretti a cedere. Partendo dalla sua nuova conquista, il nemico punta poco dopo contro la "Selletta del Diavolo" che occupa, ma l'avanzata è infine arrestata dal fuoco dei difensori di q. 2558. I presidi di q. 2545 e della "Selletta del Diavolo" sono però quasi per intero sacrificati e molte sono le perdite. Mentre si svolge tale azione contro il Monticello, anche contro le posizioni della sella del Tonale il nemico attacca tendendo ai capisaldi della "Ridotta Oberdan" e C. Faira, ma ogni tentativo viene infranto. Gli Austriaci ripiegano verso q. 2013 dove cercano di ammassarsi per attaccare nuovamente, ma anche questo tentativo riesce vano. Una citazione sul bollettino del Comando Supremo premia la bella difesa del "M. Rosa". Il 24 giugno il battaglione scende a riposo a Vezza d'Oglio; nel luglio è a Ponte sull'Oglio ed a Vescasa, tornato, poscia, l'11 in linea, sul Tonale per sostituirvi riparti del "Val Brenta", si disloca fra q. 2100 e "Ridotta Garibaldi"; la 134a è nella valle del rio Vallassa ed un nucleo a passo del Paradiso. Dopo un'intensa attività di pattuglie il 13 agosto, precedute da un vivace bombardamento, le compagnie 134a e 135a del "M. Rosa" e la 505a mitragliatrici del "Val Brenta" attaccano le posizioni nemiche. La 135a ed il plotone esploratori, dopo essersi ammassati sotto le pendici di q. 2432 di Monticello attaccano il costone di Alpe di Pajole e con abile manovra se ne impadroniscono riuscendo, non solo a superare la linea dei posti avanzati nemici, ma anche a puntare arditamente oltre la linea di difesa che da q. 2432 scende per il detto costone in val Vermiglio, gettando lo scompiglio tra i presidi delle piccole guardie nemiche e catturando loro alcuni prigionieri. I riparti del "M. Rosa" han dato prova di grande ardimento ma, privi di appoggio ai fianchi, il giorno 14 devvono cedere ad un improvviso contrattacco che riesce ad isolare ed accerchiare il manipolo dei più audaci. Gli altri riescono, sebbene a costo di dolorose perdite, a svincolarsi ed a ripiegare, aspramente battuti dal fuoco incrociato di mitragliatrici avversarie. A sera tarda tutti i riparti sono nelle trincee di partenza. Dal 22 agosto al 12 settembre il "M. Rosa" sosta a Vescasa per poi tornare nuovamente in linea sul Tonale dove si distingue per brillanti azioni di pattuglie. Il 23 ottobre il "Val Brenta" dà nuovamente il cambio ai riparti del battaglione che scendono nella regione di Vescasa. Il 3 novembre, si portano di nuovo a tergo della sella del Tonale dove il nemico è in ritirata. Le compagnie 112a, 134a ed il plotone esploratori muovono in direzione dell'Osteria Locatori e, penetrate nelle linee nemiche, vi si rafforzano. Dopo breve sosta il battaglione procede al completo per la val Vermiglio seguendo la strada nazionale. La sera è a Pelizzano ed il 4, per Malè, punta verso Bolzano; a Cles è raggiunto dall'avviso della cessazione delle ostilità.
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“La violenza della battaglia, attenuta alquanto sulla fronte montana, va crescendo sul Piave. Nella giornata di ieri la III Armata ha sostenuto il poderoso sforzo nemico con l'usato valore. Di fronte a Maserada e a Candelù rinnovati tentativi di stabilire nuovi sbocchi sulla destra del fiume sono stati sanguinosamente respinti. Da Fossalta a Capo Sile la lotta ha imperversato fierissima e senza posa. Formidabili attacchi nemici si sono alternati con nostri contrattacchi; inizi di vigorose avanzate sono stati frantumati dalla nostra resistenza o arrestati da nostre azioni controffensive. La lotta ha sostato soltanto a tarda notte; le valorose truppe dell'Armata sono state strenuamente provate, ma l'avversario non ha potuto aumentare la breve profondità della fascia entro la quale da quattro giorni il combattimento imperversa. 1550 prigionieri sono restati nelle nostre mani. Gli aviatori hanno continuato a prodigarsi instancabili intervenendo efficacemente nella battaglia sotto la pioggia dirotta. Sul margine settentrionale del Montello rinsaldammo la nostra occupazione dul fiume fino a Casa Serena. Nel pomeriggio il nemico dal saliente Nord orientale del monte sferrò due attacchi in direzione di Sud - Ovest e di Sud - Est: il primo venne nettamente arrestato ad oriente della linea Segnale 279 - Nord - Est di Giavera; il secondo fu contenuto immediatamente a Sud della ferrovia S. Mauro - S. Andrea. Nella regione del Grappa respingemmo attacchi parziali nemici ed eseguimmo riusciti colpi di mano. Venne preso un centinaio di prigionieri. In fondo val Brenta e ad oriente della val Frenzela puntate nemiche furono prontamente arrestate. Al margine orientale dell'altopiano di Asiago truppe nostre strapparono all'avversario il Pizzo Razea e le alture a sud - est di Sasso prendendovi circa 300 prigionieri; riparti nostri e del contingente francese attaccarono fortemente, guadagnando terreno, il costone di Costalunga e vi catturarono alquanti nemici. Numerosi altri prigionieri vennero fatti più ad occidente da truppe britanniche. Il contegno delle truppe nostre ed alleate nella battaglia è ammirevole. Dallo Stelvio al mare ognuno ha compreso che il nemico non deve assolutamente passare; ciascuno dei nostri bravi che difendono il Grappa ha sentito che ogni palmo dello storico monte è sacro alla Patria. Per le grandi giornate dal 15 al 16 giugno e per l'attacco al Tonale del giorno 13, fallito tentativo d'inizio dell'offensiva nemica, meritano speciale menzione ad esponente del valore di tutti gli altri riparti: la 45a divisione di fanteria, le brigate di fanteria Ravenna (37° - 38°), Ferrara (47° - 48°), Emilia (119° - 120°), Sesia (201° - 202°), Bari (139° - 140°), Cosenza (243° - 244°), Veneto (255° - 256°), Potenza (271° - 272°); la 6a brigata bersaglieri (8° - 13°); il 78° reggimento fanteria francese e particolarmente il primo battaglione, i reggimenti britannici Northumberland Fasiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwich, Oxford and Bucks Light Infantry; il 13° reggimento fanteria italiano (brigata Pinerolo), il 117° (brigata Padova), il 266° (brigata Lecce); il 2° battaglione del 108 reggimento fanteria francese; il IX riparto d'assalto, i battaglioni alpini M. Clapier, Tolmezzo e M. Rosa e la 178a compagnia mitragliatrici. A tutte le artiglierie nostre ed alleate spetta particolarmente il vanto di aver spezzato la prima foga dell'assalto nemico. Speciale onore va reso, alla 7a ed 8a batteria del nostro 56° reggimento da campagna che restate imperterrite sul Col Moschin circondato si oppose al nemico sopra un'unica linea nella quale a lato dei cannoni artiglieri e fanti gareggiarono in bravura".
Generale DIAZ.
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