Il 18 marzo il "Valtellina", destinato al M. Nero, da Tirano muove in ferrovia alla volta di Cividale ed il 23 si schiera sul Potoce (q. 2133 - q. 2138) passando alla dipendenza del 1° gruppo alpini. L'8 maggio, sostituito dal "M. Spluga", si disloca tra Jezerka e Ravna per fruire di un turno di riposo; il 22 sale sul Vrsic schierandosi sulle pendici nord del Krasji Vrh, lungo la sinistra del rio Slatenik, tra la q. 1270 ed il vallone dei Caprioli. Nell'agosto, il battaglione svolge azioni dimostrative allo scopo di impedire lo spostamento di truppe nemiche verso la fronte goriziana, ove ferve la nostra offensiva. Tale attività si protrae fino alla metà di settembre. Il 16, iniziate le operazioni per la conquista del Rombon, il "Valtellina", operando verso lo Javorcek (q. 1317), riesce ad occupare alcuni elementi delle linee nemiche ma energicamente contrattaccato è costretto a ripiegare. Il 16 dicembre dal M. Nero passa a difesa delle posizioni di M. Rosso, trascorrendovi il resto dell'anno.
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Il 31 gennaio il "Valtellina" scende a Jezerka e prosegue per S. Pietro al Natisone, Faedis; a Segnaccio, prima ed a Reana, poi, fruisce di un adeguato riposo. Destinato sull'altopiano dei Sette Comuni, il 19 marzo inizia il trasferimento; giunto a Roccolo Cattagno vi sosta alcuni giorni dislocando i suoi riparti a Cima delle Contese per lavori. Il 7 maggio si porta in prima linea nel tratto di fronte fra Pozza dell'Ortigara - M. Chiesa - M. Lozze, rilevandovi il "Val Tanaro". Su tali posizioni trascorre un periodo di relativa calma preparandosi, intanto, all'azione dell'Ortigara. Iniziate le operazioni il 10 giugno, il "Valtellina", dalla linea di vigilanza, rinforza, con suoi elementi, il Corno della Segala occupato dal "Mondovì". Il 17 si sposta alla Crocetta per muovere alla conquista dei Ponari e completare, così, il possesso dell'intero obiettivo: M. Ortigara. Il 19, infatti, il "Valtellina", che costituisce la prima ondata d'attacco, superate con slancio le prime resistenze nemiche, punta decisamente sulle sconvolte difese e dopo accanita lotta le conquista, catturando l'intero presidio; oltrepassa, quindi, i Ponari raggiungendo la vetta dell'Ortigara, q. 2105, già conquistata dallo "Stelvio". Attende quindi a rafforzare il terreno. Il 20, sostituito dal "Bicocca", arretra sul costone dei Ponari per riordinarsi. Nella notte sul 25 il nemico, preceduto da violento tiro di artiglieria, muove al contrattacco verso la colletta fra le quote 2101 e 2105 e sulla cresta dei Ponari. La lotta si accende subito aspra e sanguinosa; l'avversario rioccupa le difese di M. Ortigara ed in conseguenza il battaglione ripiega a Busa Fonda di Moline, indi sul costone est di Cima della Campanella. Il 18 agosto il "Valtellina", che nel frattempo ha provveduto alla sua riorganizzazione, sale in linea a Cima del Campanaro rilevandovi il "Tirano". Il 12 settembre è ad Osteria alla Barricata ed il 15, chiamato a partecipare ad una offensiva in val Sugana, si trasferisce in autocarri a Malene. Non impegnato nell'azione, il 17 si sposta a Bieno, il giorno successivo torna nuovamente a Malene e tra il 20 ed il 21 raggiunge le pendici di Cima della Campanella e Baita dell'Aja ove è impiegato fino al 19 ottobre in lavori stradali. In tale epoca torna a presidio delle vecchie posizioni di Cima del Campanaro dalle quali, in relazione alla situazione sulla fronte Giulia, ripiega su Foza, prendendo poscia posizione tra La Grottella - Rocce Anzini - S. Marino sulla sinistra del Brenta. Il 21 novembre il nemico attacca decisamente le posizioni di S. Marino costringendo i riparti della 248a compagnia a ripiegare; un nostro immediato contrattacco ristabilisce la situazione, ma il 23, l'avversario, previo violento fuoco d'artiglieria, attacca nuovamente ed infrange lo sbarramento di S. Marino accerchiando e catturando, dopo tenace lotta, i difensori. Due plotoni zappatori del battaglione, rincalzati poscia dalla 246a e dalla 249a, per il vallone S. Lorenzo sferrano tre sanguinosi contrattacchi, ma, contrastati da vivo fuoco di fucileria e dal tiro incrociato di mitragliatrici, debbono desistere da ogni ulteriore tentativo e sono costretti a ripiegare dapprima sulla linea di sbarramento di La Grottella, poscia su quella di Pian dei Zocchi - S. Gaetano, a cavallo del Brenta. Il 14 dicembre, in seguito alla occupazione avversaria di Col Caprile, la 246a e 248a col comando del battaglione, si spostano a Gheni per fronteggiare un eventuale irruzione in val Brenta. A difesa delle suaccennate posizioni il "Valtellina" trascorre il resto dell'anno.
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Il 28 gennaio il battaglione destina la 249a compagnia sul Cornone a rincalzo delle truppe operanti su M. di Val Bella, Col del Rosso, Col d'Echele; il 2 febbraio essa fa ritorno al proprio riparto. Tra il 15 ed il 20 gli alpini presidiano le linee tra val dell'Olier - "Costone dei Faggi" - Col Ventidueore, il 6 marzo si spostano sulle trincee del Cornone. Il 22, il battaglione, si porta dapprima a Valrovina, poscia, in autocarri, a Sandrigo (Vicenza) in zona di riposo. Durante la battaglia del Piave si trasferisce nella zona del XIII corpo d'armata, dapprima a Pradipaldo, indi a sud di Montagnola per far parte della riserva della 6a armata. Ivi permane, senza essere impegnato, fino al 5 luglio nel qual giorno si trasferisce sulle pendici sud di M. Melago ed il giorno seguente, posto alla dipendenza della brigata Padova, si sposta a nord di Montagna Nuova ove è adibito a lavori. Il 17 luglio presidia le trincee di Col del Rosso; scende il 27 nella zona di S. Caterina di Lusiana ed il 24 settembre torna nella zona della Montagnola accampando a Pologni. L'8 ottobre il "Valtellina" è a Cà d'Astico e, nell'imminenza dell'ultima battaglia, compie alcuni spostamenti; iniziata l'offensiva, si porta il 25, nella zona di Asolo, tra C. Mure e Villa Raspa, il 30 passa il Piave, al ponte di Vidor e nello stesso giorno raggiunge Valdobbiadene. Il giorno successivo, ricevuto ordine di occupare Lentiai, muove decisamente per il nodo montano di M. Cesen, di M. Garda e di Col Moschér occupando l'abitato e sostandovi fino al 1° novembre. Il 2 riprende la marcia e, passato sulla destra del Piave, al ponte di Busche, punta su Dorgnan e Toschian ove è arrestato dal concluso armistizio.
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