All'inizio delle ostilità, il "Belluno" si ammassa in valle Pettorina (Malga Ciapela - Col Federa - Rocca Pietore - Sottoguda), occupando le posizioni dominanti le valli Ciamp d'Arei e d'Ombretta, ad est e a sud del M. Marmolada, e spingendo vari nuclei verso il confine. Il 27 occupa la linea passo di Fedaja - M. Mesola - M. Padon, catturando prigionieri e respingendo il nemico nella valle dell'Avisio e sul Sasso di Mezzodì (q. 2762), sul quale tenta affermarsi il 1° di giugno, ma senza riuscirvi, causa il terreno difficile e la nebbia che impedisce ogni collegamento. L'8, dopo un'ardita e difficile marcia notturna, la 79a compagnia, con decisa manovra, sorprende i posti nemici al passo di Contrin (q. 2784) ed a quello di Ombrettola (q. 2648), catturando alcuni prigionieri; altri progressi tentati nella valle di Contrin, durante la giornata del 14, non hanno esito; l'attività dei riparti si limita quindi all'invio di pattuglie ed in lavori di rafforzamento. Il 27 il battaglione scende a Rocca Pietore, a disposizione del IX corpo d'armata ed il 30 si trasferisce presso Cortina d'Ampezzo alla dipendenza della 17a divisione. Ai primi di luglio hanno inizio gli attacchi allo sbarramento della val Cordevole; nelle giornate del 7, 8 e 9, il "Belluno" opera con la brigata Reggio in Valparola, ma l'avanzata procede lentamente perchè ostacolata dal nemico, in posizione dominante e protetto dal fuoco di numerose batterie. Il 10, con celere sbalzo, gli alpini s'impadroniscono della cima di Cl dei Bois e del margine sud del colle omonimo. La 77a compagnia, operando col 45° fanteria, occupa, il 21, alcune posizioni sulla Tofana 1a. Da Col dei Bois, il 30 agosto, il battaglione scende a riposo in val Costeana, a Campo di Sotto, meno un nucleo, che rimane a forcella Fontana Negra, fra Tofana 1a e 2a, ove, il 22 settembre, si trasferiscono pure le compagnie 79a e 106a. Esse, nelle giornate del 24 e 25 settembre, col "Val Chisone" e con volontari alpini, tentano, invano, di occupare il "Castelletto" (q. 2640). Verso la metà di ottobre, vengono riprese le operazioni contro le difese dell'alto Cordevole e della Valparola e, nella giornata del 18, il "Belluno" occupa la q. 2668 e la parte occidentale del Piccolo Lagazuoi ove nei giorni successivi di rafforza. Il 26 ottobre sono sospese le azioni; il contatto col nemico è mantenuto con l'invio di ardite pattuglie verso le opposte difese ed i riparti attendono febbrilmente alla costruzione di ripari contro le insidie dell'inverno oltremodo rigido in quelle regioni. Nel mentre la 106a compagnia continua a presidiare, con riparti della brigata Reggio, le posizioni della Tofana 1a, il battaglione si trasferisce ad Alleghe, distaccando nuclei di lavoratori sul Col di Lana, contro la cui vetta, nella giornata del 16 dicembre, le compagnie 77a e 79a tentano un attaccon senza peraltro ottenere alcun vantaggio, per la efficace e pronta reazione nemica. Il 24 dicembre, il "Belluno", lasciando la 77a sul Col di Lana, si trasferisce ad Agordo e, per Calalzo e S. Vito, il 28 raggiunge gli alloggiamenti di Col (Cortina d'Ampezzo).
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Drappelli lavoratori sono adibiti al riattamento della strada delle Dolomiti ed allo scavo di una mina sotto il "Castelletto"M l'8 gennaio le comapgnie 79a e la 106a, risalgono il Piccolo Lagazuoi, presidiando la q. 2668, nel mentre la 77a, dal Col di Lana, si trasferisce a Col riunendosi al battaglione. Durante l'inverno non si hanno azioni degne di rilievo, ma la resistenza dei riparti è messa a dura prova dalle molteplici difficoltà opposte dalle abbondanti nevicate, accompagnate da furiose tormente che provocano numerose valanghe. Il 15 aprile la 106a compagnia è assegnata al "M. Pelmo" di nuova formazione, ed il 1° di maggio il "Belluno" viene inquadrato nel 5° gruppo alpini, allora costituito, al quale è affidato la difesa del settore val Costeana. I riparti si alternano in linea, svolgendo, durante i mesi di maggio e di giugno, azioni dimostrative e partecipando alle operazioni del 9 luglio verso la Tofana 1a e verso il Masaré di Fontana Negra, nonchè a quelle dell'11 luglio, in cui, dopo l'esplosione della potente mina, da lungo tempo preparata, con non pochi stenti e perdite, è possibile occupare il "Castelletto". Invano, il nemico, nei giorni successivi, lancia ostinati contrattacchi contro di esso. Il "Belluno" concorre pure ad operazioni di assestamento sulle Tofane ed in val Travenanzes svolte dal 5° gruppo nei mesi di agosto, settembre e ottobre. Col sopraggiungere del secondo inverno di guerra, le azioni subiscono una nuova sosta; mentre la tormenta infuria sulle posizioni, colossali valanghe sbarrano le vie di accesso, precipitando nella val Costeana, ove si hanno a deplorare numerose vittime.
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Il battaglione, in linea a Col dei Bois, il 27 marzo estende la fronte a Cima Falzarego ed alla testata del vallone omonimo, permanendovi sino alla fine di giugno senza prendere parte ad azioni di notevole importanza. Da Belluno, si trasferisce nella zona della 2a armata ed il 16 agosto da Rubignacco, ove trovavasi dal 4, raggiunge Mulino di Ruchin per partecipare alla prossima offensiva sulla Bainsizza (5° gruppo - V raggruppamento). Ammassatosi sul costone del Cukli Vrh, nella notte sul 19 passa l'Isonzo, presso Doblar, e nella giornata del 20 punta contro q. 545 - q. 550. L'avanzata è ostacolata dalla violenta reazione nemica, purtuttavia, nella giornata del 21, oltrepassata la q. 545, qualche progresso è fatto in direzione di Mesnjak; il 22 trascorre in vani attacchi al Cukli Vrh ed il 23, a prezzo di gravi sacrifici, è ottenuto qualche vantaggio verso Mesnjak e Testen. Il 25, il V raggruppamento viene fatto scendere nel vallone di Doblar ed il 27 si trasferisce a Peternel per riordinarsi. Il 17 settembre il "Belluno" è assegnato al 13° gruppo, col quale, da Cividale, si trasferisce in val Sugana, a Tezze, ma successivamente, il 25, su autocarri, fa ritorno a Peternel, ove il 27 nuovamente ritorna al 5° gruppo. Sferratasi l'offensiva austro - tedesca, che progredisce rapidamente nella conca di Plezzo e nel settore di Tolmino, il "Belluno", da Drezenca, nel mattino del 24, è inviato in rincalzo alla brigata Etna, sul M. Rosso, ove i riparti che lo difendevano, dopo lo scoppio di una mina, che aveva sconvolto le nostre trincee, erano stati costretti ad arretrare combattendo. Per tutta la giornata il battaglione trattiene il nemico, difendendo accanitamente lo stretto passaggio che da M. Rosso conduce a M. Nero, ma a sera, avendo l'avversario ottenuto nuovi rapidi progressi nel fondo valle, riceve ordine di ripiegare. Solo nella notte, i resti del "Belluno" riescono a passare sulla destra dell'Isonzo, al ponte di Ternova, e, portatisi sul M. Stol, a q. 1668, resistono per tutta la giornata del 25, ma, a sera, accerchiati, vengono in parte catturati. I riparti ripiegano, il 26, sulla linea M. Carnizza - M. Cavallo e quindi per Bergogna, S. Daniele, Istrago, Maniago, Vittorio, raggiungono, il 30, Belluno. Approfittando che in detta località ha sede il deposito del reggimento, si riorganizzano alla meglio e, passati a far parte della 4a armata, vengono impiegati nella difesa del Bosco del Cansiglio, per proteggere la ritirata delle truppe del I corpo d'armata. La pressione avversaria continua; il 10 novembre, il nemico, riuscito ad aggirare le posizioni tenute dal "Belluno", malgrado la tenace resistenza, lo travolge, catturandone i superstiti. In seguito ad ordine del Comando Supremo, il 9 dicembre il battaglione è disciolto.
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